L’opera di Odessa canta Va pensiero

Come sempre l’#arte, la #cultura, la #musica sono bellezza. Ma dire che la bellezza ci salverà, in questi tempi cupi che soffiano in Europa è forse troppo. Ma la musica resta il linguaggio comune, comprensibile da tutti. Non esiste un idioma più comune, capace di innescare gli stessi sentimenti. Per questo fa venire i brividi, crea anche una certa rabbia perché significa in qualche modo negare la possibilità di suonarla, ascoltarla perché qualcuno sta facendo la guerra. Mi vengono in mente due film. “Concerto” di Radu Mihaileanu che racconta la storia di un direttore di orchestra che si ribellò al regime sovietico, fu declassato ad addetto alle pulizie in quel teatro ma che trafuga un invito per l’orchestra del Bolschoi e lo accetta ricreando la “sua orchestra” del Bolschoi per andare a Parigi e la musica ebbe la meglio. O “Il Pianista” di Roman Polansky con la musica che mette nella guerra un po’ di bellezza e fa dialogare un Nazista con un pianista ebreo. L’amore per la musica come quella di Irina Maniukina che suona il pianoforte, unica cosa sopravvissuta ai bombardamenti, prima di fuggire dalla città di Bila Cerkva

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...