VI NOTIZIE DA FACEBOOK
“Sull’agile prora
Che m’agita in grembo,
Se scosso mi sveglio
Ai fischi del nembo,
Ripeto fra i tuoni
Le dolci canzoni.
Le dolci canzoni
Del tetto natio,
Che l’ore lamentano
Dell’ultimo addio,
E tutte ridanno
Le forze del cor”.
(Giuseppe Verdi, Un ballo in maschera, Atto I scena X)
La bellezza della musica stava nelle sensazioni individuali che riusciva a provocare. Al di là della conoscenza tecnica dei musicologi, chi l’ascoltava non deve essere per forza un critico sopraffino ma deve solo farsi cullare dalle armonie.
Ma la potenza della musica era quella di creare un clima, un sentimento, una visione, un sogno. E allora, nel contesto romantico che lui immaginava per quei due valzer, quell’accostamento diventava non solo possibile ma naturale.